
Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? Ricordando un film lontano più di mezzo secolo che lasciò traccia anche per quel titolo lunghissimo, aggiorniamo la domanda: riusciranno i cinematografi delle città italiane, e non solo italiane, a sopravvivere al Covid-19? Se ci dobbiamo basare sui numeri del 2020 e sull’ascesa di Netflix, Prime Video e simili, la morte sembrerebbe quasi certa, anche perché il coronavirus ha attaccato un corpo già indebolito, come testimonia il progetto Buio in sala di Giovanni Corsi, da cui proponiamo tre “figurine” scattate a Roma ben prima che la pandemia si diffondesse.

Eppure c’è chi è pronto a scommettere che le sale sopravvivranno, purché siano capaci di offrire una esperienza diversa da quella del divano di casa. Certo, la parola “esperienza” è stata usata così spesso e così male da diventare quasi insopportabile, ma cercheremo di dimenticarla, spinti come siamo, tutti o quasi, dal desiderio di ritrovare una dimensione collettiva dopo le clausure degli ultimi mesi. Buio in sala, forse. E forse no.
